Decorativismo essenziale. Queste
le prime parole che mi vengono in mente pensando alle creazioni di
Alberto Zambelli, giovane talento a capo dell'omonima label fondata nel 2013. Un
ossimoro stilistico il suo, fatto di linee pulite, materie nobili e dettagli sartoriali,
risultato di un percorso iniziato a
Milano - dove frequenta l'Istituto Marangoni
e dove, successivamente, collabora con alcune importanti aziende italiane di
pret-a-porter donna - e proseguito a
Tokyo e Shangai, alla
direzione creativa di alcune griffe di alta gamma.
Non stupisce dunque che l'universo
estetico del designer si muova sul filo di un sottile esotismo, in bilico tra minimalismo e femminilità, sperimentazione materica e contemporanea eleganza.
La collezione Primavera-Estate
2016 appare delineata da forme fluide e volumi morbidi, enfatizzati da sovrapposizioni
materiche e spalmature.
A impreziosire la silhouette, motivi jacquard e
applicazioni dal mood tribale ispirati alle donne ritratte da Seydou Keïta,
fotografo maliano attivo tra gli anni '40 e '70, celebre per i suoi scatti in
bianco e nero estremamente
rappresentativi della
cultura e del modo di vivere africani.